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Alberto Conte

​Direttore - ItinerAria

1) Quali sono le principali difficoltà incontrata dalla sua impresa, Itineraria, nella gestione del turismo di pellegrinaggio sulla Via Francigena?
     Il nostro ruolo è un ruolo molto tecnico. Noi da 20 anni ci occupiamo degli aspetti tecnici della via francigena, questo riguarda la tracciatura GPS, riguarda la valorizzazione del percorso, ad esempio siamo stati noi, sempre come supporto di realtà che si è occupata di supporto tecnico all’associazione europea delle vie francigene per molti anni. Ci siamo occupati ad esempio della prima strutturazione della rete delle strutture di accoglienza al lungo percorso, di attività di animazione territoriale, abbiamo sviluppato sito web, abbiamo sviluppato l’app. Noi ci occupiamo della gestione, della gestione si occupa l’AEVF o localmente i comuni. Tutto ciò premesso, le difficoltà sono tante, ci sono state molte difficoltà tecniche soprattutto all’inizio perché era tutto nuovo e perché nessuno non aveva mai tracciato praticamente prima di noi un cammino che attraversasse l’Italia. Abbiamo dovuto inventarci un po’ la segnaletica, trovare delle modalità di convivenza tra pedoni e traffico automobilistico, superare grossi problemi di sicurezza, di vario genere e così via. È stato un grosso lavoro. Direi che sono state le principali difficoltà. Le altre grosse difficoltà sono state rapporto con gli enti, con la politica, quindi le logiche della politica non vanno sempre d’accordo con le logiche dello sviluppo turistico e ancora di meno con quelle del pellegrinaggio. Immagina ci sono circa 140-150 comuni lungo della Via Francigena, buona parte non si interessano e quelle che si interessano non sempre l’hanno fatto in modo costruttivo.


E quali azioni si fanno per preservare l'ambiente, gestire i flussi di pellegrini e mantenere un equilibrio tra turismo e devozione? 

     Per quanto riguarda l’equilibrio tra turismo e devozione. Io non sono mosso da motivo religiosi, sono assolutamente laico. È un aspetto abbastanza, non centrale sulla via francigena, quello della devozione, date alla mano circa l’80% delle persone che affrontano la Via Francigena, non lo fanno per motivi devozionali anche se è un pellegrinaggio. Tutto sommato non è un aspetto molto sentito, quello dell’equilibrio tra turismo e devozione, perché di fatto il turismo prevale nettissimamente sulla devozione.

2) In che modo le nuove tecnologie e i social media stanno cambiando il pellegrinaggio sulla Via Francigena? Che impatto hanno sulle motivazioni dei pellegrini e sull’esperienza spirituale?
    Le tecnologie sicuramente influenzano l’evoluzione, ad esempio l’introduzione dell’app è stata molto importante per fornire aiuto, informazioni, e soprattutto per l’orientamento delle persone che non sanno leggere le mappe che sono nettamente la maggioranza e quindi sicuramente le tecnologie sono state utili anche per cose semplici come l’organizzazione quotidiana del viaggio viene fatta ormai essenzialmente tramite smartphone e quindi non più tramite guida, quindi che ne so Google Maps piuttosto che la ricerca Google per le varie strutture di accoglienza, hanno aiutato moltissimo. I social anche hanno contribuito alla divulgazione dalla Via Francigena e alla relativa promozione e al passaparola e alla fine direi non hanno fatto danni.     Riguardo l’impatto sull’esperienza spirituale, avere uno smartphone in mano che uno sia credente o non credente sicuramente rischia di distrare rispetto all’esperienza profonda di un cammino, direi che la presenza delle tecnologie non ha aiutato l’esperienza spirituale anzi tutto sommato allontana abbastanza dall’esperienza spirituale.

3) Quali sono, secondo lei, le principali sfide per il futuro della Via Francigena come pellegrinaggio cristiano?
E come può la Chiesa fare in modo che questa via mantenga la sua dimensione spirituale nonostante l'espansione del turismo?
    Domanda direi inapplicabile, noi siamo un’azienda che si occupa proprio della valorizzazione turistica della Via Francigena, non ci occupiamo dell’aspetto spirituale quindi non posso rispondere a quest’aspetto.

4) Ci sono differenze nell’accoglienza dei pellegrini italiani e stranieri sulla Via Francigena in Italia? È più frequentata da turisti francesi o italiani? Quale paese domina in termini di numero di pellegrini?
    Nell’accoglienza ovviamente nessuna differenza, dormono negli stessi posti e hanno grossomodo gli stessi gusti. Per questa parte direi che non ci sono differenze. È più frequentata nettamente da turisti italiani, francesi ci sono ma sono un’esigua minoranza. Riguardo al paese che domina non mi ricordo qual è il paese principale in tema di numero di pellegrini stranieri, sarebbe meglio chiederlo all’Associazione Europea delle Vie Francigene. Pero turisti stranieri sono purtroppo nettamente minoranza rispetto a quelli italiani.


5) In Italia, la Via Francigena è vista più come un pellegrinaggio religioso o come un itinerario turistico?
    Decisamente un itinerario turistico quindi addirittura più si va avanti più anche la parola pellegrinaggio e pellegrino viene usata sempre meno. Si opta per viandante. Diciamo la parte dei pellegrini è in minoranza con una leggera tendenza alla diminuzione.

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